Fune

Spazio Monotono, Vicenza
2010

L'idea della mostra è uno spazio che diventa un'unica macchina per affrontare le idee di elevazione e immagazzinamento, decostruzione e produzione, di accumulo ed espulsione. "ALberto Scodro"

Attraverso i tubi che scorrono nell'edificio, l'acqua viene raccolta in botti al piano terra. Versata in una pentola nel seminterrato, l'acqua viene fatta bollire sotto uno spesso foglio di carta, sospeso con delle corde. La carta era stata precedentemente inchiostrata sul retro con disegni di varie piante architettoniche. Una volta permeato dal vapore, l'inchiostro diventa visibile sulla superficie superiore, creando una versione sfocata del disegno sottostante. L'inchiostratura dei disegni architettonici, insieme alla tensione fisica generata dalle funi che legano l'edificio agli edifici circostanti su ogni piano e che sono ancorate alla recinzione, visualizza lo spazio come organico, non gerarchico e incontenibile.
Una volta vaporizzati, i disegni vengono trasferiti in soffitta e posizionati verticalmente, sottolineando così la proprietà tridimensionale assunta dal trasferimento dell'inchiostro da un lato all'altro della carta. L'installazione non solo diventa ritratto dello spazio in cui essa stessa opera, ma un impulso allegorico a scontrarsi con temporalità differenti.
"Erica Cooke"

Corde, ancore, paranchi, grondaie, morsetti, ganci, legno, carta elaborata, inchiostro, acqua, fornelli elettrici, pentole a pressione, piante di limone, caldaie, fusti metallici.

Formato disegni: 90 x 90 x 5 cm.